問題詳情

Vive l’amour [Aiqing wansui] di Tsai Ming-Liang [Cai Mingliang], vincitore del leoned’oro a Venezia nel 1994, è uno dei più rappresentativi tra i film della «seconda ondatadel nuovo cinema taiwanese». È un film molto duro e ancora di forte attualità, cherichiede un grande impegno allo spettatore, caratterizzato com’è da lunghe inquadraturefisse e dalla quasi totale assenza di dialoghi. Privo di una narrazione precisa, è dunqueall’apparenza vuoto, ma lo è proprio in quanto si concentra sul vuoto che caratterizza irapporti umani all’interno di una grande metropoli moderna– una Taipei rappresentatacome una città senza anima.Vive l’amour racconta uno strano triangolo amoroso. Il giovane Xiao Kang, che non haun’abitazione fissa, grazie al furto di una chiave, ogni notte, di ritorno dal lavoro, entra dinascosto nello spazioso appartamento sfitto, dove una volta una donna, Meilin, chelavora nell’agenzia immobiliare che dovrebbe venderlo, porta il venditore ambulanteRong, conosciuto in un fast food, per un fugace rapporto erotico. Rong le sottrae le chiavidalla borsa e si trasferisce, senza che la donna lo sappia, nell’appartamento, in unacamera diversa da quella occupata da Xiao Kang, col quale stabilisce un’amicizia.Meilin, credendo di aver perso le chiavi, se ne procura una copia in agenzia. Tutti e tre iprotagonisti hanno quindi accesso all’appartamento e, a turno, tutti vi entrano; eppure,paradossalmente, non si incontrano quasi mai, neanche quando si trovano nella stessastanza, dato che tutti e tre sono prigionieri della propria solitudine. La metafora è chiara:comunicare è impossibile. Il film è dominato dal silenzio, dal mutismo. Non si parla congli altri e, quando lo si fa, non si è ascoltati. In una scena, ad esempio, Meilin descrivedettagliatamente l’appartamento a un potenziale compratore che nemmeno sta a sentirla.Il senso di questa incomunicabilità, di questa inevitabilità della solitudine, è chiarito dalfinale. Meilin dopo un nuovo rapporto sessuale con Rong, rincontrato per caso, va via,lasciando l’uomo addormentato. Xiao Kang esce da sotto il letto, dove era nascosto, sistende accanto a Rong e gli dà un leggerissimo bacio senza svegliarlo. Meilin attraversaquindi un parco in costruzione quasi deserto. Non ci sono colori, non ci sono suoni, soloil ticchettio delle scarpe di Meilin che passa attraverso alberi spogli uniti da lunghi nastrigialli, cumuli di terra e pozzanghere d’acqua stagnante. La telecamera a questo punto fauna panoramica sui caseggiati che si vedono sullo sfondo e sul traffico delle strade checircondano il parco. Riprende poi a seguire Meilin che si siede su una panchina; poco piùlontano è seduto un vecchio che continua a leggere il suo giornale e sembra nonaccorgersi di lei. L’ultima inquadratura, a telecamera fissa, è un primo piano della duratadi sei minuti di Meilin che piange, cerca di smettere, si asciuga le lacrime, si accende unasigaretta e ricomincia a piangere. Meilin, che era apparsa molto fredda, quasi apatica, pertutta la durata del film, mostra finalmente tutta la sua vulnerabilità allo spettatore, che,identificandosi ormai del tutto con lei, non può reggerne la vista.È curioso notare che questo celebre finale non faceva in realtà parte della sceneggiaturaoriginaria firmata dallo stesso regista: «Quando ho scritto la sceneggiatura, volevo che ilfilm si concludesse con una nota di speranza. E così il finale doveva essere questo: dopoaver camminato, camminato e camminato nel parco, la donna decide che sì, si sarebbeinnamorata. Sarebbe tornata indietro nell’appartamento e avrebbe aspettato che l’amanteaddormentato si svegliasse».
71 Gran parte del film è ambientato...
(A)in un appartamento.
(B)in un’agenzia immobiliare.
(C)in un fast food.
(D)in un parco.

參考答案

答案:A
難度:適中0.5
統計:A(0),B(0),C(0),D(0),E(0)

內容推薦